Il giorno di Pasqua ho fatto una lunga passeggiata su e giù per i poggi tondeggianti, così tipicamente toscani.
Completamente immerso nei profumi della natura, deliziato dal canto di una miriade di uccellini che lanciavano richiami e si rispondevano l’un l’altro dai rami di alberi vicini e lontani, sono arrivato fino a un campo di anemoni.
I fiori reclamavano prepotentemente attenzione coi loro petali variopinti. Il mio sguardo, posato su quelle infinite gradazioni di colore, passava incredulo dal lilla al viola più intenso, dal bianco a una tenue sfumatura di rosa, fino a un rosso accesissimo. E il tutto era messo ancora più in risalto dal contrasto col verde dell’erba rigogliosa.
In quell’istante ho capito perché tante persone non riescono a collocarsi nel presente del proprio vivere.
Accade soprattutto quando si invecchia. Fateci caso, gli argomenti di conversazione delle persone anziane sono spesso rivolti ai ricordi, ai momenti significativi belli e brutti del passato.
Ma in ogni periodo dell’esistenza ci si può trovare invischiati in modalità anomale di vivere la dimensione temporale.
C’è chi vive paralizzato dalle paludi di un passato che non esiste più, ma che proietta le sue ombre su una quotidianità vuota e sofferente.
C’è chi, in modo altrettanto doloroso, anticipa inutilmente le ansie relative a un futuro che immagina tetro e minaccioso, o mette troppe energie in dettagliatissimi programmi che inevitabilmente sarà difficile seguire.
E c’è infine chi attribuisce a un futuro non ben definito il potere di un cambiamento continuamente rimandato, e dimentica di cogliere la meraviglia offerta da ogni istante del presente.
Ma è proprio il presente l’unica dimensione in cui abita il corpo. Per questo, circondato da tante sollecitazioni sensoriali, nel campo di anemoni ho capito con quella chiarezza cosa accade a troppi di noi.
Molti di noi sono incapaci di vivere il momento presente, di vivere con intensità le esperienze della vita.
Sempre più ancorati ai ricordi, oppure impegnati a programmare, controllare e organizzare il futuro, molti non vivono appieno la nascita di un figlio, un viaggio con gli amici, il rapporto con i genitori, la bellezza di un tramonto o di un campo di anemoni appena sbocciati.
[su_quote]Allora, impariamo a gustare lentamente ogni fase della vita, cogliamone ogni sfaccettatura. Doniamoci con generosità nelle differenti relazioni che accompagnano e riempiono i nostri giorni.[/su_quote]
Solo così metteremo fine ai rimpianti, e con l’andare del tempo non ci sorprenderemo più a vivere soprattutto di ricordi, perché avremo vissuto pienamente il nostro presente, momento dopo momento.
E la vita, anche invecchiando, continuerà ad apparirci come una stupenda avventura.
Perché ogni giorno è nuovo e diverso. Ogni momento è unico, irreperibile e magnifico. Degno di essere vissuto con la totalità di noi stessi.
Meno viviamo il presente e meno riusciremo a viverlo. Poiché, non avendo vissuto pienamente nemmeno gli eventi salienti della nostra vita, la mente ci riporterà continuamente a quegli istanti passati. Così perderemo ancora il nostro presente, prigionieri di quel vortice perverso.
Essere consapevoli di questo meccanismo della mente ci porta invece a vivere appieno ogni momento, in tutto il suo splendore.
Carissimo Niccolò quanta saggezza in queste parole ….e quanto amore per la vita, sotto qualsiasi forma si mostri. Grazie di cuore …..
Jessica
Grazie a te, Jessica, per aver letto l’articolo. E anche per aver vissuto con tanta pienezza i minuti dedicati alla sua lettura, da provare l’impulso di scrivermi.
Un caro saluto
Niccolò