Credo che tra voi saranno molti a conoscere la mia amica Cristina Gabetti. Giornalista e scrittrice, è stata anche cronista di spettacolo ai TG Mediaset e ha condotto una popolare rubrica televisiva sugli inutili sprechi che caratterizzano i nostri consumi. Rispetto dell’ambiente, sostenibilità e consumo critico sono infatti alcuni dei temi che più appassionano Cristina che ha scritto:
[su_quote]Ho ricercato e messo in pratica strumenti efficaci per vivere meglio, ritrovando un contatto sempre più autentico con la vita, con la natura, fonte di sublime bellezza, che stiamo devastando con abitudini che non hanno più motivo di esistere. Consumiamo senza pensare alla lunga filiera di produzione, distribuzione e smaltimento legato a ogni cosa che usiamo. Distratti, o inconsapevoli, prendiamo più di quanto la natura è in grado di rigenerare.[/su_quote]
Così, con passione e perseveranza, Cristina ricerca, sperimenta, e nei suoi libri racconta scoperte, incontri, esperienze, storie di vita. Il suo obiettivo è quello di fare massa critica, raggiungere un pubblico ampio e trasversale per stimolare il cambiamento. Ma lo fa sempre con levità e gentilezza. Perché sono doti che indubbiamente le appartengono, ma soprattutto perché è convinta che i cambiamenti più efficaci si intraprendono con il sorriso sulle labbra, con l’empatia e cercando la connessione con gli altri esseri umani.
Permeato di questo spirito, in ottobre è uscito il suo quarto libro, “A passo leggero – piccoli esercizi di introspezione e circospezione”, nato sulla scia della rubrica omonima che, da qualche anno, Cristina Gabetti tiene sulle pagine estive del Corriere della Sera.
Duecento pagine, punteggiate da quegli stessi interrogativi che riecheggiano nei nostri cuori e nelle nostre menti. Domande sempre più pressanti in questo lunghissimo periodo di crisi che ha finito col mettere in discussione anche i nostri rapporti interpersonali e quelli con la natura che ci circonda.
Siamo noi a usare il web o veniamo usati? Il tempo risparmiato lo stiamo forse sottraendo alla vita vera? Dobbiamo ridare spazio alla lentezza? Il pensiero positivo riuscirà ad aumentare il grado di felicità? Il sogno di una società empatica è possibile?
Quest’ultimo, come dicevo poc’anzi, più che un interrogativo è una convinzione per Cristina Gabetti.
Per darle ulteriore vigore, prima di offrirla ai suoi lettori ha voluto supportarla con la scienza. Per questo ha messo al centro del libro il suo incontro con Giacomo Rizzolatti, il neuroscienziato che attraverso la straordinaria scoperta dei neuroni specchio ha posto le basi fisiologiche dell’empatia.
E nel libro c’è sicuramente empatia e una naturale interconnessione anche tra le parole dell’autrice e le belle illustrazioni di Ramuntcho Matta.
L’artista, infatti, reinterpreta le avventure emotive sollecitate dalle narrazioni, facendole risuonare di echi poetici che stravolgono ogni usuale punto di vista e stimolano reazioni inconsce, intime, insospettate.
Nelle sue passeggiate letterarie Cristina incontra la natura, ma anche gli amici, i familiari, gli sconosciuti, gli altri. E da ogni incontro scaturisce una risposta interiore.
Ecco, potrei anche definire il suo scritto come una collezione di esperienze intime che hanno un risvolto universale.
Pennellate che tratteggiano l’intensità di un brevissimo incontro umano, o dipingono in modo più dettagliato un percorso di vita sorprendente. Piccole storie di gratitudine e di amore, che sollecitano una lettura sempre gentile e lieve della realtà e diffondono la speranza che i valori dello spirito riescano a vincere l’esercizio della forza o il bisogno di prevaricazione e di controllo.
Una visione lieve, e tuttavia mai superficiale Perché implica una discesa nel profondo e una successiva emersione. Lieve sì, ma piena di consapevolezza.
Niccolò Branca
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