Il mese scorso, durante il convegno Il Benessere dell’Anima, ho avuto l’onore di condividere il palco del Palacongressi di Rimini con Deepak Chopra, in uno dei suoi rari interventi in Europa.
Chopra, medico ayurveda e figura internazionale nel campo dell’interazione psicofisica, della spiritualità e della trasformazione personale, è considerato uno dei più autorevoli ponti fra scienza e spiritualità.
Il suo intervento ha toccato in modo particolare alcune scoperte della scienza e della medicina genetica, secondo cui i nostri geni non restano sempre uguali nel tempo. I nostri pensieri e il nostro stile di vita possono infatti determinare modifiche del loro assetto, portando alla possibilità di sviluppo di certe malattie.
Il Dr. Chopra ha parlato inoltre dell’incredibile forza di guarigione che ha il nostro cervello e delle modalità pratiche per sperimentare gli stati di coscienza superiore, salute e trasformazione.
Il convegno è stato organizzato da Hi-Performance, società che da quasi un ventennio si occupa di formazione.
Nelle tre giornate, dal 14 al 16 maggio, sul palco si sono alternati anche altri grandi nomi del panorama internazionale del benessere e della salute, intesi come risultato di percorsi di evoluzione olistica, di equilibrio tra corpo, mente e anima.
I partecipanti all’evento hanno così potuto vedere e ascoltare il life coach Richard Romagnoli che, due anni fa, è stato ospite anche da noi in Branca con la sua efficace Terapia della Risata.
Il cardiologo israeliano Nader Butto, ideatore del metodo che evidenzia la correlazione tra aspetto psicologico, malattia e possibilità di guarigione.
Il ricercatore e guida spirituale Marco Ferrini, fondatore del Centro Studi Bhaktivedanta.
La dottoressa Ma PujaCristina, istruttore certificato presso il Chopra Center for Wellbeing, California.
Durante uno dei laboratori del convegno, un gruppo di partecipanti ha preparato 50.000 cestini pasto, poi consegnati all’organizzazione umanitaria Stop The Hunger, che si pone l’obiettivo di offrire un contributo tangibile contro la fame nel mondo e un sostegno dei diritti dell’infanzia.
La manifestazione ha avuto il significato di un viaggio tra scienza e antica saggezza orientale, per fornire un approccio integrato, in grado di unire il rigore della ricerca a importanti conoscenze millenarie.
La scoperta della propria parte più profonda è spesso trascurata, rispetto alle incombenze del quotidiano. Credo invece sia fondamentale integrare le diverse dimensioni del proprio essere, da quella fisica a quella mentale, da quella spirituale a quella lavorativa e sociale.
Ricontattare tutte queste parti del proprio essere può dare un contributo fondamentale per vivere la nostra vita in maniera più autentica, gioiosa e vitale, quindi più soddisfacente.
Niccolò
concordo in pieno.e vorrei contattarla Niccolo’.
Ho capito, Adriano!
Sarà contattato al più presto. Ma sarà qualcun altro a farlo.
Altrimenti, come dicevo rispondendo all’altro suo commento, mi parli attraverso questo blog se desidera dialogare direttamente con me.
Vedrà, troverò sicuramente il tempo per risponderle (ho voluto il blog proprio per questo…)
Grazie!
Un caro saluto
Niccolò
Spesso la creatività, quella altrui, non viene condivisa da coloro che hanno i mezzi per servirsene. Un’idea creata per loro da estranei viene valutata con diffidenza, specie quando viene meno l’evidenza della finalità. Ricordo quella strana richiesta di avere a disposizione l’Aquila, emblema di Branca e della città di Verbania (dove un sognatore seppe creare il mitico fernet) per inaugurare con il suo volo il concerto più importante della stagione 2016, il mondial tour della cantante Anastacia presso “Il Maggiore” il nuovo Centro Eventi della città. Un’evento nell’evento con una protagonista a sorpresa: l’Aquila Branca che avrebbe sorvolato l’arena lago sotto lo sguardo di migliaia di astanti. Uno spettacolo assoluto, ne avrebbero parlato per giorni tutti i giornali. Altre idee come quella di realizzare la cascata artificiale danzante più alta del mondo sul lago Maggiore, alimentata dall’energia solare difficilmente verranno realizzate.
L’uomo è vitale quando crea, quando ha nuove idee.
Morti, gli uomini senza idee.
E’ proprio vero, Alberto, c’è una stretta connessione tra la vitalità, l’espressione creativa e l’apprezzamento della creatività altrui.
Nella creatività c’è uno stato di grazia che ci avvicina all’esplosione vitale dell’infanzia. Quella dimensione in cui siamo in grado di guardare le stesse cose in modo diverso, produrre nuove idee e immaginare mondi nuovi.
Un caro saluto
Niccolò