Dalla Gentilezza Amorevole alla Sinergia
La sinergia non si scontra mai con la polarità egoismo-altruismo, perché non significa abdicare alle proprie idee, rinunciare ai propri percorsi, alle proprie convinzioni
Domenica 17 marzo, alla [su_highlight]Fondazione Giangiacomo Feltrinelli[/su_highlight] di Milano, ho incontrato il pubblico di Just Breathe – Otto passi nello yoga e nella meditazione. La rassegna, che si concluderà il 7 aprile, è stata creata in collaborazione con [su_highlight]Yoga Journal[/su_highlight] e il programma è stato affidato alla cura di [su_highlight]Guido Gabrielli[/su_highlight] e [su_highlight]Stefano Bettera.[/su_highlight]
La sessione di meditazione che ho condotto, avrebbe dovuto essere dedicata alla Gentilezza Amorevole, o Metta, come si dice nell’antica [su_highlight]lingua Pali[/su_highlight].
Metta rimuove la nostra aderenza a uno stato d’animo controproducente e ci aiuta a coltivare la gentilezza e la benevolenza, prima verso noi stessi e poi verso gli altri, includendo a poco a poco, in modo equanime, tutti gli esseri dell’universo.
La meditazione della Gentilezza Amorevole è quindi, essenzialmente, un mezzo per riuscire – partendo da noi stessi – a coltivare la gentilezza nella maniera più pura e disinteressata possibile, per poi svilupparla e trasformarla in amore incondizionato.
Il primo passo, allora, è indubbiamente cominciare ad amare noi stessi.
Perché se non ci amiamo nella nostra interezza, se non sperimentiamo direttamente i benefici dell’amore incondizionato nell’accettare senza preclusioni il nostro io, sarà difficile, o addirittura impossibile, estendere questo amore ad altri.
Ci avevo riflettuto a lungo, nei giorni precedenti l’incontro. Ma poi, quando alla Fondazione Feltrinelli mi sono trovato di fronte tutti quei visi assorti e interessati ho cambiato rotta e, per così dire, mi è venuta voglia di bruciare le tappe.
Così, come spesso mi accade, ho improvvisato.
Il fatto è che quel pubblico così ricettivo mi è parso un terreno fertilissimo e accogliente. Perciò gli ho affidato d’istinto i semi di un pensiero a cui tengo molto, e che ultimamente mi si ripresenta sotto varie forme, sia in azienda che nella vita privata.
Mi riferisco al concetto di “sinergia”, un termine qualche volta abusato, ma che pure racchiude in sé un significato talmente profondo da non dover essere in alcun modo trascurato.
Ma facciamo prima un piccolo passo indietro.
Quando si parla di Metta, ci si accorge spesso che la prima reazione che suscita è il sentimento che sia qualcosa di troppo ideale, addirittura utopistico e opposto alla nostra natura umana.
Eppure non è così. La contrapposizione egoismo-altruismo, è un falso problema, che può essere superato attraverso la sinergia.
[su_highlight]Abraham Maslow[/su_highlight], importante esponente della “psicologia umanistica”, sosteneva che la sinergia fosse la “soluzione alla dicotomia egoismo-altruismo” tipica della “struttura di una società poco sviluppata”.
Sinergia, infatti, non significa abdicare alle proprie idee, rinunciare ai propri percorsi, alle proprie convinzioni. Significa invece imparare a collaborare senza cercare di avere sempre la meglio su gli altri, senza cercare di avere sempre ragione. Significa trovare punti di incontro con gli altri per una causa comune.
E significa poterlo fare adesso, subito.
Pensate allora che bel mondo potremmo costruire, subito, se ci fosse sinergia tra le persone, tra le nazioni, le religioni, i paesi, i continenti! Il vantaggio sarebbe immenso e universale.
Niccolò