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Parla con Niccolò Branca

Questo articolo ha 486 commenti

  1. Matteo Bartalini

    Dott. Branca buonasera,
    o buongiorno,
    nel caso legga questa lettera di mattina (cosa che dubito visto gli impegni), mi chiamo Matteo ed abito nel senese. Seguo spesso le interviste televisive di Capital e pochi giorni fa ho visto la sua. Prima di allora non la conoscevo se non per aver letto il nome Branca in quelle famose ”graduatorie”dove i miliardari si contendono il primato del più ricco d’Italia. Devo essere sincero, i ragionamenti che lei ha fatto mi hanno stupito molto; anzi andrei oltre, molto è un eufemismo. Potrei esser ritenuto un credulone, d’altra parte quel tipo di comunicazione rischia di esser simile ad un nuovo ”brand-dialogante”, un futuro modello di pubblicità (mi dispiace dire questo, ma oggi non ci si può fidare di nessuno,” compreso di uno che scrive ad un miliardario”), ma le verità espresse in quelle parole hanno decisamente colto nel segno. Lei ha parlato di meditazione e di filosofia applicate al mondo economico e lavorativo. È andato oltre spiegando come il futuro del mondo, delle aziende, ha bisogno di ”ragionamento”, di sapienza che non invecchia e non ritarda l’azione ma al contrario la ”svecchia”e le dà un verso, una direzione progressista, un’idea di bellezza.
    Già di per sé queste frasi sono ”mitiche”e rivoluzionarie e pacifiche (che bello) ma io le scrivo soprattutto per un motivo e sarei felicissimo di avere una risposta. Ho la convinzione che un significato ancor più profondo si celasse dietro le nobili pratiche di vita e di vita economica sopra citate. L’ascoltavo e udivo parlare soprattutto di Dio, non di religione o di pratica religiosa, ma di Dio. Un Dio creatore che ci ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Un Dio padre che ci ha resi (quindi) fratelli. Ragionare, meditare, compiere qualcosa per l’altro ha un valore spirituale e fisico; è un’ottima ginnastica per il corpo e la mente e teoricamente non può che produrre frutti buoni. L’uomo così si evolve. La meditazione altresì può essere molto pericolosa. Quando la meditazione è esclusivamente una forte ed intensa concentrazione di sé, dell’ambito psichico e spirituale, ha il difetto di accrescere tutto di noi, il bene ma anche il male, ecco perché il frutto ragionato può esser tanto bello fuori, quanto marcio dentro. La meditazione, lo spirito, diventano divini e perfetti se sono preghiera, si alimentano la fede nel trascendente, se non si pongono limiti di spazio e di tempo poiché si sentono forti come però si sente forte la creatura, che si appoggia al suo creatore, con umiltà. I frutti di questa pratica applicati nella vita lavorativa ed economica darebbero vantaggi incalcolabili. Probabilmente potremmo essere in grado con le sole nostre forze di ricreare il paradiso terrestre.
    Non so se sono riuscito a spiegarmi, probabilmente il mio diploma acquisito con il voto minimo non me lo ha consentito del tutto. Ritengo comunque che il messaggio possa arrivare. Io la guardavo e l’ascoltavo, lei era pacato e rivoluzionario, parlava di brand, di presente e di futuro, di nuovi concetti, ma secondo me parlava soprattutto di divino.
    Sarei onorato se mi rispondesse nei tempi e nei modi che ritiene più idonei ai suoi impegni, vorrei capire se andare oltre le sue parole è stato per me un inciampo, un ostacolo a comprendere, oppure un aiuto necessario per una visione più prolifica del messaggio.

    Grazie, distinti saluti, Matteo

    1. Niccolò Branca

      Caro Matteo,
      ti ringrazio per il tuo post, così pieno di contenuti e spunti di discussione interessanti.

      Scrivi che ascoltando la mia intervista hai provato stupore, perché non avresti mai associato le mie parole a ciò che normalmente tratteggia la figura di un imprenditore.
      Voglio subito rassicurarti su questo. È un fatto comune, perché la dualità della nostra mente crea l’esigenza di definire in modo lapidario tutto e tutti, senza vedere le persone in quanto esseri, al di là delle etichette.
      Per questo nel mondo non c’è comunicazione, relazione, cooperazione. Per questa stessa ragione non c’è pace. È questo infatti il meccanismo che crea le divisioni, quindi i conflitti.

      Non ci si può fidare di nessuno, aggiungi tu in modo sorridente.
      Personalmente, mi ritengo in cammino, avviato su un percorso di crescita e conoscenza. Più aumenta la mia consapevolezza, più mi rendo conto di quante differenti energie si muovono in me, e delle dinamiche con cui si associano facendomi reagire, a volte, contro la mia stessa volontà. Mi fanno sentire cose sbagliate, ad esempio, e quindi agire in modo sbagliato.
      Da questa consapevolezza nasce la compassione per ogni essere umano, che in tal modo percepisco come sorella, come fratello, in cammino.

      Del resto è così facile sbagliare. La vita probabilmente è fatta di sbagli per permetterci di evolverci. La nostra mente, invece, passa subito al giudizio. E giudica la persona, non le dinamiche che la muovono, non le energie che la permeano.
      Meglio seguire le parole di Cristo o del Buddha che, in modo sorprendentemente simile, ci invitano alla compassione per gli altri. Perché tutti siamo in cammino e tutti facciamo errori, piccoli o grandi che siano.

      Il mondo e le aziende, dici, hanno bisogno di sapienza e di saggezza.
      E questo non può scaturire che da una vera Meditazione. Solo attraverso questo cambiamento, in noi risboccia la saggezza, la presenza mentale, quella che non ci fa fuggire dalla realtà, ma alimenta la nostra essenza e la nostra consapevolezza. In questo modo siamo in grado di vedere tutte le energie – positive e negative – che abbiamo dentro di noi.
      Solo così riusciamo a tornare alla centralità di noi stessi e tendere al bene comune. E solo così possiamo organizzare il lavoro, la quotidianità. Poiché solo se cambiamo dentro di noi possiamo cambiare anche all’esterno, nel mondo del fare.

      Attraverso la Meditazione siamo in grado di capire che la semplice soddisfazione dei desideri non ci conduce verso la felicità a cui tanto aspiriamo. Così facendo entriamo solo in quel vortice di piacere-sofferenza dato dalla soddisfazione del desiderio e dalla nascita di un nuovo bisogno.
      La vera felicità è possibile solo quando anche gli altri sono felici. Quando capisci questo, cerchi di organizzare il lavoro in maniera tale che le persone vengano a lavorare con felicità – e, bada bene, è possibile lavorare felici.

      La Meditazione ci rende consapevoli della nostra essenza – ma puoi anche chiamarla anima, atman, spirito, Sé, particella divina ecc. La parte essenziale di ognuno di noi, quella che va al di là di Matteo, al di là di Niccolò, al di là di qualsiasi essere umano.
      L’io fenomenico, infatti, è frutto di una base, di condizioni e cause, ma non ha un’identità imperitura.
      Certo, i nostri corpi ci permettono di identificarci gli uni con gli altri. Ma i nostri corpi sono perituri.
      La nostra origine, le nostre esperienze, la nostra cultura, definiscono agli occhi del mondo il nostro percorso esistenziale e la nostra stessa identità. Quest’ultima è una convenzione necessaria per intenderci, tuttavia finisce col creare divisioni, quindi conflitti se ci si identifica.
      Noi tutti siamo soprattutto essenza.
      Un’essenza che fa parte di un tutto, e questo ci dà grande dignità.

      Il nostro compito allora – proprio perché siamo parte di un tutto – è non far soffrire nessuno, né noi stessi, né gli altri. Ma è anche, se possibile, quello di alleviare le sofferenze altrui.
      Così, come tu stesso dici, riusciamo a creare il Paradiso in terra.

      Matteo, spero di aver risposto alla tua complessa, profonda lettera.
      Ora ti invito a trattenere le parole che senti convibrare con te e, semplicemente, lasciare andare le altre.

      Un caro saluto

      Niccolò

  2. Giorgio Fiammenghi

    Il monaco che vendette la sua Ferrari
    Ricevere un libro nel Flusso

    Qualche giorno fa ricevo in ufficio un pacchetto. Il cartone è quello di un sito di acquisti on-line. Non avevo comprato niente.
    Apro e c’è un libro, senza nessun biglietto.
    Il monaco che vendette la sua Ferrari di Robin Sharma.
    Intuisco che chi me l’ha mandato, sa in quale Flusso sto da qualche tempo. Comincio a riflettere su chi potesse essere il mittente e scopro che la lista è molto lunga. Questo mi conforta perché a molti ho parlato di aver letto “Per fare un manager ci vuole un fiore”. A dire il vero già 2 volte…E molti l’hanno comprato o l’ho regalato alle persone a cui voglio bene.
    Lo consiglio ai molti come me che sentono il loro bicchiere sempre vuoto, che sono alla ricerca di riempire la vita con tanti nuovi significati, sempre a cercare di migliorare ogni giorno sé stessi e con umiltà anche gli altri.
    Il suo cambiamento è frutto di tanti anni di studio e approfondimento.
    Questo libro è pieno di tante “scorciatoie” per seguire il suo Flusso e raggiungerla più in fretta.
    Lo conosce? Se sì mi piacerebbe conoscere la sua opinione.
    ”Esperienze delle vette” di Piero Ferrucci, che mi ha consigliato, è il mio prossimo libro.
    I libri sono fondamentali perché molti dei problemi dell’uomo sono già stati risolti.
    Bastano pochi minuti al giorno per migliorarci con le parole dei saggi.
    Così io ho fatto col suo.
    Un sorriso oh oh ah ah
    Giorgio

    1. Niccolò Branca

      Caro Giorgio, il bello della vita è proprio questo: quando si è nel flusso, e lo si vive con attenzione, cominciano a “capitare” tante cose significative.

      Grazie per le sue parole gentili e, naturalmente, anche per tutto l’entusiasmo che mette nel diffondere il mio libro tra i suoi amici.

      Non conosco “Il monaco che vendette la sua Ferrari”, mi permetta però di dirle una cosa di getto, così come la sento in questo momento: a volte siamo attratti dalla via più semplice, ma spesso il percorso che è davvero importante seguire, è quello più difficile.
      I libri e le esperienze altrui possono sicuramente essere di stimolo e offrire ispirazione, tuttavia la mappa non è mai il territorio. Per questo la nostra esperienza personale rimane il riferimento fondamentale per ognuno di noi.

      Un caro saluto

      Niccolò

  3. Fabrizio Fadini

    Gent.mo Dott. Niccolo’ , ho acquistato il suo libro “per fare un Manager ci vuole un Fiore” , dopo averla vista in Tv su Capital tv…, congratulazioni, nelle prime pagine del Suo Libro mi ha colpito i tanti Ringraziamenti che lei ha fatto…e mi sono sentito come incoraggiato dato che pure io in parte ho ricercato come Lei, leggendo ,studiando, ricercando etc etc…, percio’ in un certo senso mi sento “sostenuto”…pure dall’incontro con il Suo Libro..,
    con Stima,
    Fabrizio Fadini, Arezzo

    1. Niccolò Branca

      Caro Fabrizio,
      sono felice di sapere che anche lei ha potuto trarre ispirazione dai grandi personaggi che cito nelle pagine dedicate ai ringraziamenti. Molti di loro costituiscono sicuramente delle pietre miliari in vari ambiti del pensiero umano.

      La ringrazio tantissimo per la sua manifestazione di stima e per considerare l’incontro con il mio libro come una sorta di sostegno.
      Sappia però che anch’io traggo sostegno dalle sue parole.
      Un caro saluto

      Niccolò

  4. Giorgio Fiammenghi

    “Lei è un vero Rivoluzionario”
    Yoga della Risata in Azienda

    Gent.mo Niccolò,
    quando ci siamo incontrati con pochi amici del MIP-Politecnico di Milano, ci ha detto che il 19-giugno avrebbe fermato l’azienda e chiamato Richard Romagnoli a fare un intervento di Yoga della Risata.
    Le dissi di getto: “Lei è un vero Rivoluzionario”.
    Dal Presidente dell’azienda all’ultimo dei neoassunti, tutti insieme in un capannone ad applicare le tecniche del Pranajama del respiro e far vibrare tutti in risate contagiose.
    Da qualche tempo mi capita di dire ad amici e colleghi che le aziende stanno morendo nelle paludi della tristezza.
    E anche da piccoli e semplici segni (o semi) parte il cambiamento.
    Le dissi: “Perché non pensa di fare un video e metterlo su YouTube?”
    Lei rispose, con la sua solita “centralita”: “Può venire anche lei!”. Ci si sorprende sempre alla disponibilità. Ma purtroppo avevo già impegni ed avrei girato io quel video.
    Il suo messaggio è veramente rivoluzionario per la sua semplicità. E l’economia della consapevolezza può avvenire solo se comincia il sorriso sui visi delle persone che compongono l’organismo azienda di cui fanno parte. La lì comincia il rispetto, l’altruismo e la fiducia in un mondo migliore.

    1. Niccolò Branca

      Mille grazie, Giorgio. Anche se, più che un rivoluzionario, mi considero un ri-Evoluzionario…
      Le mando un sorriso

      Niccolò

  5. giuseppe alunni

    Ancora sulla psicosintesi .

    Potere della sincronicita’ :ero andato in libreria per un libro di Alice Miller emi sono imbattuto in ”Esperienze delle vette”di Pierom Ferrucci .
    Splendido .
    Grazie del consiglio Giuseppe Alunni

    1. Niccolò Branca

      Mi fa piacere sentire che l’incontro con “Esperienze delle vette” è stato così significativo anche per lei: il libro di Piero Ferrucci è davvero di grande spessore.

      Niccolò

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