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Parla con Niccolò Branca

Questo articolo ha 486 commenti

  1. Daiana Lorenzato

    Carissimo Dott. Branca,

    da poco sono venuta a conoscenza delle sue interessanti iniziative e mi farebbe piacere condividere con lei un mio progetto legato al percorso verso la consapevolezza fisica e mentale che ho sviluppato dopo vari anni di studio, fondendo la passione per la qualità dell’eccellenza italiana e il mio percorso personale verso la consapevolezza.

    Ogni pensiero deriva da un’emozione e le emozioni nascono dalla nostra percezione sensoriale. Da questo concetto ho creato “Sensory Experience” un evento nel quale ogni prodotto italiano di alta qualità, caratterizzato dalla passione, dalla tradizione e dal nostro innato talento, riesce a prendere vita attraverso un percorso sensoriale che ci riporta alla capacità di “sentire”.

    E’ un percorso sensoriale caratterizzato da tre momenti:

    1. La meditazione:
    l’ascolto del nostro corpo è il punto di partenza per arrivare alla percezione dei nostri sensi e alla consapevolezza fisica.
    I nostri punti focali di energia sono centri di attività che ricevono, assimilano ed esprimono l’energia della forza vitale. Ad essi sono correlati i nostri 5 sensi e gli elementi naturali: terra, acqua, fuoco, aria, legno, metallo, suono. Attraverso il risveglio dei sensi si intensifica il piacere del percorso degustativo.

    2. Il massaggio sonoro:
    Il corpo umano è un insieme di vibrazioni, che mantenute alla giusta frequenza, hanno un effetto positivo sull’intero metabolismo cellulare. Le vibrazioni sonore permeano l’organismo creando una sorta di bolla armonica nella quale si prende coscienza delle memorie emozionali depositate nel corpo.
    Gli strumenti utilizzati per il massaggio sonoro sono creati con metalli e leghe corrispondenti ai sette Chakra che producono vibrazioni sonore che stimolano gli organi. I Chakra corrispondenti ai 5 sensi vengono allineati attivando così le percezioni sensoriali con le quali si potrà vivere e sentire la degustazione in maniera amplificata.

    3. La degustazione sensoriale:
    Si tratta di una degustazione guidata durante la quale si scoprono i sentori, i colori e i sapori di un territorio, una cultura, un prodotto.
    E’ un viaggio alla scoperta delle radici di ognuno di noi, quando gli istinti e le necessità erano più forti delle inibizioni e della ragione.
    Il gioco sensoriale proposto per degustare ogni singola portata, vede come protagonista il senso abbinato alla materia prima che lo caratterizza. E’ un momento di forte connessione con noi stessi e con gli elementi presenti in natura.
    Nella magia e nell’intimità dell’atmosfera che si viene a creare grazie a questi giochi sensoriali, si sperimentano forti emozioni.
    La consapevolezza fisica fa recepire in modo amplificato le proprie sensazioni. E’ un vero “viaggio” attraverso i propri sensi, per una ricerca del gusto essenziale e del piacere autentico.

    Le allego il link della presentazione dell’evento nella speranza di ricevere un suo gentile parere a riguardo.

    http://www.daianalorenzato.it/dettaglio.php?id=9

    Con i migliori saluti,
    Daiana Lorenzato

    1. Niccolò Branca

      Cara Daiana,
      la sua mi sembra proprio una bellissima iniziativa, perché contribuisce a sviluppare la consapevolezza. Tema a me molto caro e di grande rilevanza per il momento che stiamo vivendo.

      Sono convinto della necessità che ognuno di noi torni alla centralità di se stesso per poter affrontare tutto ciò che la vita ci chiama a trasformare. La consapevolezza può essere infatti un potente strumento interiore che ci permette di interagire in modo ottimale con lo stress, gli affanni quotidiani, le sfide del lavoro e della vita, la sempre maggiore rapidità delle sollecitazioni a cui siamo continuamente sottoposti.

      È davvero molto bello che lei sia riuscita a coniugare così bene l’esperienza interiore e quella sensoriale. Complimenti: quando si trova il giusto equilibrio interiore si è anche in grado di portare armonia nella vita di ogni giorno.
      Con i migliori saluti

      Niccolò Branca

  2. Daniel bravo

    Finalmente ho finito il libro. Mi sono presso un bel po di tempo in firmino no?
    Leggendo gli ultimi capitoli, ho avuto una sensazione e la mia email riguarda quello.
    Io ho iniziato un percorso meditativo e di consapevolezza circa 18 anni fa, avevo circa 26 anni. Ciò che mi ha portato è stato il dolore, la consapevolezza che io stavo soffrendo. Ma che non ero solo io ma l’uomo o essere umano che soffriva, mi sono reso conto di partecipare di una condizione umana sofferente.
    Dopo un paio di anni di intensa ricerca, meditazione, introspezione e yoga ho avuto il regalo di sperimentare per mesi, forse quasi un anno, uno stato di coscienza diverso. Tutto quello che lei descrive nel libro, senza sforzo alcuno. Ogni momento era uno stupirmi, in crescendo. Des-identificazione dalla mente e i pensieri, intensa lucidità per vedere il processo dei pensieri, la vita che fluiva come un fiume senza controllo dentro di me, connessione con gli altri ed esternamente eravamo come un magneto. Ho realizzato delle cose (intrapreso dei progetti) che se guardo ad oggi mi chiedo, come mai ce la abbiamo fatta ?
    Mentre raccontava l’esperienza del ospedale ho sentito dentro di me, che qualcosa di simile è successo a lei o te ( se mi permette di darle del tu). Ho sentito nel tuo racconto un cambio, una profondità diversa, una profonda calma interiore. Come detto, forse un arrendersi senza condizioni alle forze della vita e alla vita stessa. Un vivere e sperimentare senza nessuno sforzo… Ah, che pace vivere così !
    E’ quello che mi chiedo, se questo cambio di “stato o livello di coscienza”, è possibile attraverso lo sforzo personale ? Quello che è successo in quei pochi giorni intensi in ospedale, sarebbe stato possibile attraverso la pratica consistente della meditazione ? Ovvero attraverso lo sforzo personale, il sadhana?
    La mia risposta personale è no, ma allo stesso tempo vedo il paradosso: senza la meditazione e tutto il percorso fatto prima, sicuramente non sarebbe stato possibile quell’ulteriore salto o passaggio in ospedale.
    E come dire, la meditazione non ti porta li, ma allo stesso tempo senza di lei con ci arrivi più in là !
    Ringrazio una condivisione su questo argomento, che è ciò su qui sto lavorando in questi ultimi mesi, cercando sempre più chiarezza e lucidità.

    Un sincero abrazo

    Daniel

    1. Niccolò Branca

      Caro Daniel, sono felice di risentirti e di sapere che il libro – pur prendendosi un po’ di tempo – abbia poi finito col convibrare con te.
      Dalle tue parole risulta che anche tu sei da tempo in cammino, e prendo atto con piacere del lavoro personale che stai compiendo.

      Dobbiamo sempre camminare il cammino senza avere in mente una meta precisa, quindi senza nessuna aspettativa, ma anche senza mai abbandonare il cammino. Poi le cose accadono.
      È solo così, parlandoti della mia esperienza diretta, che posso rispondere alla tua domanda,.

      In fondo la vita ci mette continuamente di fronte a delle sfide, l’ospedalizzazione è solo una di queste.
      La nostra mente tende a interpretare questi challenge come bene o male, positivo o negativo, buono o cattivo. Tuttavia, se ci riflettiamo, sono le due facce di un’unica realtà.

      Spesso, mettere un po’ di distanza temporale tra noi stessi e l’episodio vissuto come una difficoltà, ci aiuta a elaborarlo in modo diverso. Allora, tanto vale farlo sin dall’inizio.
      Credo possa aiutare la consapevolezza che la mente ha sempre due possibilità.
      La prima è vedere le sfide che ci vengono poste di fronte, come un problema da risolvere o un ostacolo da abbattere.
      La seconda è vederle come opportunità per crescere.

      L’importante è continuare a camminare il cammino.
      Un caro saluto

      Niccolò

  3. stefano

    A questo punto mi sento di rispondere. Lei mi ha risposto con il motto del mio studio professionale. La soncronicità. Bella questa umanità. Le segnalo la mia prima conferenza il workshop riguardava la meditazione. Vorrei inviarle con il sui permesso gli atti della mia conferenza. .
    http://gestaltbologna.it/2deg-convegno-igb

    1. Niccolò Branca

      Il motto di Goethe con cui le ho risposto è anche quello adottato dal suo studio professionale?
      Non si può che sorridere di fronte a fatti come questo. Le sincronicità mettono ancora più in luce la dimensione olistica in cui ci muoviamo, l’orizzonte di interconnessioni di cui tutti noi siamo parte.

      Il link che mi ha inviato mi porta sul sito dell’Istituto Gestalt di Bologna ma purtroppo non agli atti della sua conferenza.
      Le rinnovo, comunque, la mia disponibilità per un incontro sulla meditazione.

      Niccolò

  4. stefano

    Dottor Branca più che un piacere sarebbe un onore poterle stringere la mano. Sto organizzando una serie di convegni gratuiti sul tema azienda e meditazione. Lo ritengo un esercizio fondamentale per un manager che voglia rintracciare la via della ripresa in questa nostra amata Italia. Le chiedo rispettosentese posso citarla nei miei interventi. Intendo coinvolgere soprattutto i giovani che sono il futuro.
    Cordiali saluti.
    Stefano

    1. Niccolò Branca

      Caro Stefano, mi citi pure liberamente.
      Anzi, se uno dei suoi incontri sul tema azienda e meditazione sarà compatibile con i miei impegni di lavoro e in un luogo non troppo distante da quello in cui mi troverò in quel momento, sarà un piacere per me intervenire personalmente.
      Un caro saluto

      Niccolò

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