L’Azienda come Organismo Vivente
Come trasformare l’esperienza drammatica che stiamo vivendo in una splendida opportunità di cambiamento
A metà aprile sono stato ospite di MIDA, società di consulenza aziendale, per un web talk intorno al rivoluzionario modello organizzativo di ispirazione biologica alla base dell’Economia della Consapevolezza.
In fondo a questa pagina potete vedere la registrazione video dell’evento.
Con me c’erano Luca Solari – professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano, autore di libri e articoli sui temi del management e del lavoro – e Marco Poggi, presidente e managing partner di MIDA, che ha anche moderato l’incontro.
Il web talk scaturiva da domande quali: Come creare contesti lavorativi eccezionali?
Perché le aziende concepite con un modello organizzativo “a rete”, come gli organismi viventi, hanno più possibilità di prosperare nel mondo di oggi e sicuramente nel futuro? La conversazione si è però subito aperta anche su altri temi di grande attualità in questo momento storico.
La pandemia ci sta dando una grande opportunità di cambiamento, ha esordito Marco Poggi. Tuttavia, perché questa opportunità si concretizzi bisogna saperla cogliere cominciando a immaginare e prefigurare gli scenari del possibile cambiamento.
A questo proposito Marco ha citato alcune parti del mio ultimo libro, “Economia della Consapevolezza”, che contengono elementi e spunti tendenti in direzione del cambiamento, che investono il sistema azienda, la sua organizzazione, le modalità produttive adottate e il rapporto che le persone hanno col proprio lavoro. Ha letto infine alcune righe che appaiono a pag. 24 del libro:
“Alla luce della nostra Consapevolezza pura possiamo assumere un altro punto di vista e cominciare a guardare l’epoca in cui viviamo come un periodo sommamente interessante.”
Ovvero, pur consapevoli di vivere una situazione difficile e drammatica, noi abbiamo disperatamente bisogno di pensieri vitali. Dobbiamo quindi sempre considerare che le cose che accadono intorno a noi aprono anche scenari di interesse, di nuove possibilità, che vale assolutamente la pena frequentare e coltivare.
Riferendosi al concetto, che mi sta tanto a cuore, dell’azienda come Organismo Vivente, sia Marco Poggi sia Luca Solari hanno dichiarato che l’immagine, in sé molto bella, richiama quella dell’azienda come ecosistema, in cui le cose sono in relazione tra di loro alla ricerca di un dinamico e fondamentale equilibrio.
Ma ciò che ha colpito entrambi è che questa idea è altra rispetto all’immagine, sovente proposta, dell’azienda futura come una sorta di paradiso terrestre in cui non esistono conflitti e tutto funziona meravigliosamente bene.
L’Economia della Consapevolezza, invece, propone un’azienda consapevole, responsabile nei confronti delle persone, dell’ambiente, della società, senza però essere un luogo idealizzato.
Sempre a questo proposito il prof. Solari,
citando la Teoria dei Giochi, ha detto che anche nell’Economia della Consapevolezza l’apertura di credito verso l’altro non è mai cecità: c’è un punto oltre il quale sappiamo che esiste il libero arbitrio e la responsabilità.
Perciò, contro una certa visione che vede necessariamente tutti buoni, sempre e comunque, dobbiamo prendere atto che ci sono anche persone, non necessariamente cattive, ma che semplicemente non stanno dentro questo senso di comunità.
Per questo è fondamentale costruire una cultura aziendale in cui tutte le persone coinvolte sono consapevoli di essere parte di un Organismo Vivente.
Potrebbe essere un modo più virtuoso e fecondo di andare oltre la classica contrapposizione tra l’azienda come territorio degli individualismi e dei conflitti personali, e l’azienda concepita come struttura militare e conformista, in cui è necessario marciare tutti compatti.
La consapevolezza di essere parte di un Organismo Vivente sarebbe invece di grande ispirazione e darebbe a ognuno la motivazione per dare il proprio apporto per il benessere e la prosperità dell’organismo stesso.
Interessantissimi anche gli stimoli provenienti dal pubblico. Ad esempio: “Come può un leader consapevole favorire una cultura dell’interconnessione – che è qualcosa di più della cooperazione – in un contesto ancora molto competitivo come quello presente in molte organizzazioni? Quali processi virtuosi di influenzamento può mettere in atto?”
Certo, è stato impossibile rispondere in modo esaustivo a domande di tale complessità. Ma nei pochi minuti rimasti tutti abbiamo concordato sull’importanza di parlarsi, di mantenere una comunione, di tenere sempre in vita una comunicazione profonda. Quindi non solo passare informazioni, ma dare anche la visione d’insieme, coinvolgere ogni persona, al di là del suo specifico ruolo aziendale, nei propositi e nei progetti.
In conclusione: bisogna contrastare la possibilità che l’esperienza drammatica della pandemia rimanga solo una brutta parentesi, ma si trasformi invece in una splendida opportunità di cambiamento.
In questo periodo le persone hanno sperimentato un modo diverso di vivere. Chi ha lavorato sulla consapevolezza ha sperimentato anche un modo diverso di accedere al proprio essere. Per questo dobbiamo avere una forte fiducia nel fatto che alla fine, quando le persone colgono il valore delle esperienze, le cose succedono. Succedono comunque.
Niccolò