Eccomi a Firenze, per trascorrere a casa questi giorni di festa.
Appena arrivato da Milano, solo il tempo di depositare la valigia e subito vado a fare una bella passeggiata nei boschi.
Cammino e percepisco la primavera con tutti i sensi. Il termine primavera deriva dal latino primus e ver, che a sua volta deriva dalla radice sanscrita vas, e significa splendere, illuminare, ardere. La primavera è quindi inizio. Un inizio di splendore, per tutto e per tutti.
Annuso nell’aria il profumo dell’erba e dei fiori. Ascolto il canto di diverse varietà di uccellini. E lo sguardo, che già riceve mille straordinarie sollecitazioni, viene catturato dall’effetto dei raggi del sole. Talvolta sono pieni e diretti, ma un istante dopo arrivano filtrati dallo schermo delle nubi e donano mille tonalità diverse al verde che mi circonda.
Ma ecco che sopraggiunge un pensiero, un pensiero qualsiasi, nulla di veramente imprescindibile. Eppure si istalla nella mia mente, occupa sempre più spazio e mi distrae dall’incanto del momento presente.
Non appena me ne accorgo, provo a metterlo da parte, passo oltre. Socchiudo gli occhi, inspiro profondamente e mi ricongiungo al dono ricolmo di intensa bellezza che la natura mi sta porgendo.
In città è molto più difficile essere consapevoli di questo meccanismo, perché tutto sembra incoraggiare la dicotomia mente-corpo: odori non di rado sgradevoli, rumori eccessivi e fastidiosi, frenesia dei ritmi. La mente prende facilmente il sopravvento e il collegamento con il prezioso istante che si stava vivendo sembra perso per sempre se non si passa oltre.
Prendiamo allora occasione di questi giorni di Pasqua per allenarci a “passare oltre”. Il termine Pasqua, (in greco e in latino pascha), proviene dall’aramaico pasha, che corrisponde all’ebraico pesah, e il cui senso generico è proprio “passare oltre”.
[su_quote]Auguro a tutti di riuscire a vivere il momento presente, anche nella quotidianità del fare, anche quando non siamo completamente immersi nella natura. [/su_quote]
Impariamo ad aprire il cuore e lo sguardo alla bellezza nascosta nelle piccole cose di sempre. Può essere il minuscolo giardino intravisto da un cancello, l’albero fiorito circondato dal cemento, l’uccellino che si disseta a una fontana cittadina, il monologo di un bambino che non smette di giocare nemmeno sulla metropolitana affollata.
Anche nei percorsi già visti – quelli che ogni giorno ci portano verso gli impegni quotidiani e non sembrano riservare alcuna sorpresa – proviamo a portare una maggiore attenzione all’altro, impariamo a cogliere pienamente i segnali di bellezza e di grazia che ci circondano. Guardiamo la realtà con gli occhi di un viaggiatore curioso della vita.
Ciao Niccolò, non ti conosco personalmente ma è come se ti conoscessi da sempre…..il tuo libro continuo a rileggerlo, un po’ come quando uno trova la sua chiesetta di campagna e ci ritorna spesso perchè li sta bene e riconosce che l’essenza di quello che lo circonda è anche parte di se.
Ciao
Caro Davide, mi accorgo ora che hai postato lo stesso commento in due pagine diverse del blog. Lo prendo come un segno del tuo vivissimo desiderio di comunicare con me e ti ringrazio per questo.
E’ molto importante, anche nella vita di tutti i giorni, inviare feedback significativi alle persone con cui siamo in sintonia. Così ci rendiamo conto di non essere isolati e ci incoraggiamo gli uni con gli altri lungo il nostro percorso di cambiamento.
Niccolò
Bello averti trovato! (da Anima tv) grazie Niccolò 🙂
Grazie, Stella.
Bello avere trovato te
Niccolò
Grazie Niccolò, auguri di Buona Pasqua.
Franco
l’allievo torinese
Grazie, caro Franco, tanti auguri anche a te.
Niccolò